Nella storia del cinema la presenza femminile dietro la macchina da presa è di dimensioni straordinariamente esigue, rispetto alla presenza femminile in tutte le altre arti. Per questa lacuna, che accomuna le cinematografie di tutte le latitudini, esistono molte ragioni, principalmente socio-economiche e di disparità di genere. Per molto tempo si è pensato che le donne non fossero abbastanza professionali e orientate al business per affidare loro i capitali ingenti di una produzione cinematografica e, nonostante le eccezioni ci siano sempre state, non sono mai state sufficienti a invertire questa tendenza fino ad anni molto recenti, nei quali finalmente abbiamo visto nomi femminili non solo dietro la cinepresa del cinema d’essai, ma anche di numerosi blockbusters: si pensi a Capitan Marvel o Barbie. Ma che questa lacuna si stia forse iniziando a colmare non ne diminuisce la gravità, soprattutto tenendo conto di quanto grande è stata la disparità di opportunità data alle donne in questo campo.
Partendo da alcune pioniere della storia del cinema come Alice Guy o Elvira Notari, risaliremo rapidamente la storia del cinema attraverso Ida Lupino, Maya Deren e le storiche registe italiane, francesi e tedesche che hanno operato dagli anni Sessanta del Novecento (Varda, Cavani, Wertmüller, Von Trotta), per arrivare ai nostri giorni. Non si tratta di ricapitolare la storia del cinema femminile ma di riflettere su come questa discriminazione possa essere stata forte anche in assenza di motivazioni razionali, visto che fin dagli albori della storia del cinema alcune donne sono state in prima fila non solo nel campo della regia e della recitazione, ma anche nel settore della produzione.
Un altro punto interessante è provare a stimolare una discussione sul fatto che abbia senso parlare o meno di una “specificità”, estetica o tematica, del cinema femminile rispetto a quello maschile, soprattutto quando si lavora o lavorava, come Lupino, Wertmuller o Bigelow, sostanzialmente nello show business. Questione che probabilmente non può avere una risposta univoca ma che sicuramente può aiutare le ragazze e i ragazzi a formarsi opinioni su questioni tutt’altro che banali.
L’attività può essere svolta in un blocco di 4-6 ore ed è principalmente rivolta alle classi quarte e quinte.