Il complesso di testi che ruota intorno ai personaggi e alle vicende del ciclo arturiano, costituisce un formidabile intreccio di storie che, a partire dal XII secolo, ha segnato in modo evidente e indelebile l’immaginario europeo, sia riproducendosi “in linea diretta” con nuove narrazioni per almeno trecento anni, sia riemergendo poi, a partire dalla seconda metà dell’800, in declinazioni originali e inattese: da Wagner e i Preraffaelliti a Thomas Eliot, dalla letteratura per ragazzi e non al cinema, ai cartoni animati e alle serie, passando per le rivisitazioni più bizzarre e improbabili.
Attraverso la visione e l’analisi di materiale audiovisivo sottolineeremo come queste storie abbiano innervato i nuclei tematici di tanti “romance” e poemi antichi e moderni. L’argomento si presta anche a riferimenti storici: la mai dimostrata storicità di re Artù, la “transnazionalità” della cultura alta nell’Europa medievale e la ricerca protrattasi sino al XX secolo, del sacro Graal o di altri luoghi e oggetti collegati al mito, anche da parte di rilevanti protagonisti della storia del Novecento.
L’immaginario della cultura contemporanea ha saccheggiato in ogni direzione questo ricco e suggestivo repertorio. I libri e i film si sono moltiplicati, anche in seguito al grande successo di opere superficiali come “Il codice Da Vinci”. Riflettere su come i media abbiano riattivato e trasformato i temi più significativi del ciclo bretone significa poi riflettere anche sul fascino che il sacro quanto il magico e il leggendario hanno tuttora sui pubblici più diversi.
CONTENUTI
L’impressionante selva di temi, narrazioni e personaggi del ciclo bretone si presta sia a produzioni spettacolar-popolari quanto ad opere di grande valore artistico.
il tema dell’Amor Cortese è per esempio ben presente sia nell’Excalibur (1981)di John Boorman che nel classico Lancillotto e Ginevra (1974) di Robert Bresson.
Il tema del viaggio e della formazione dell’eroe, l’orphanage, la predestinazione, sono ben presenti in queste storie e traspaiono chiaramente anche dai film più semplici come La Spada nella roccia (1963) di Walt Disney, quanto in quelli complessi e “filologici” come Perceval le Gallois (1978) di Eric Rohmer. Inoltre noteremo che i miti fondativi del ciclo sono stati per secoli ritenuti veri (a questo proposito faremo accenni alla definizione di Graal nell’Enciclopedie di Diderot e D’Alembert, al sacco del “Graal” di Genova compiuto da Napoleone nel 1806 e vedremo diverse immagini di presunti Graal, spade nella roccia, lance di Longino ecc.). Queste riflessioni si collegano anche alla componente “esoterico-superstiziosa” di queste narrazioni (templari, Avalon, Priorato di Sion, poteri attribuiti al calice del Graal, Rennes le Chateau ecc.) che hanno trovato ampia risonanza nelle opere della cultura di massa.
DESTINATARI: Studenti di tutte le classi superiori, a seconda del taglio che si intende privilegiare
DURATA: Da quattro a sei ore